La finale di Champions League è la finale che ci siamo meritatx
Dal 2-0 al 2-3 è stato un attimo o un incubo. Dipende da che punto di vista la guardi.
Ciao, sono due mesi almeno che non ci leggiamo. Nel frattempo qui siamo aumentat* ancora e quindi ricomincio dalle basi: io sono Giorgia Bernardini e scrivo (anche) di sport femminile in un po’ di posti fra cui l’Ultimo Uomo e Internazionale Kids. Mi trovi su Instagram e se ti va di leggere qualcosa di lungo ed articolato sullo sport femminile forse “Velata” edito da Capovolte Edizioni e scritto da me può fare al caso tuo. Se invece non sei un tipo da saggio e ti piacciono di più i romanzi, anche qui ho qualcosa che fa al caso tuo. A marzo di quest’anno è uscito Area Piccola edito da Marsilio Editori, il mio romanzo di esordio che racconta un po’ di basket femminile.
Come alcunx di voi sapranno, da un po’ di tempo sono tornata a Berlino e quindi è un pochino più complicato vedermi in giro, eppure il 22 giugno alle 20.30 sarò a Bologna a presentare Area Piccola al Festival No Border Cup organizzato al centro sportivo Pizzoli. Spero di vederti lì per parlare di basket e sport e bere una birra insieme.
Fatte le dovute precisazioni siamo pronte per partire.
Goleadora goes Eindhoven 2023: Wolfsburg vs Barcellona
L’ultima volta che il Wolfsburg aveva vinto una finale di Champions era stato il 2014. L’ultima volta che il Barcellona ci era andato così vicino era stato il 2022. Entrambe le squadre avevano qualcosa da guadagnare, oltre alla coppa scintillante e il montepremi. Le tedesche avrebbero voluto riportare il trofeo nella loro tana da lupe e segnalare così il definitivo ritorno del calcio tedesco nell’olimpo delle più forti. Il Barça invece è sceso in campo con il peso delle aspettative che si riservano alla squadra oggettivamente più forte (e probabilmente più costosa) e una brutta sconfitta a Torino contro il Lione da riscattare. E per raccontarvi tutto questo io e Elena avevamo registrato una bella puntata di Goleadora la domenica dopo pranzo. Come al solito ci siamo incontrate su Skype, abbiamo settato i microfoni, ci siamo raccontate un po’ di fatti nostri e poi abbiamo lanciato la sigla del nostro podcast sul calcio femminile. È stato solo in fase di montaggio che abbiamo scoperto che la mia connessione non ha funzionato e che la qualità del parlato era pessima. È per questo che questo numero di Zarina ha una forma un po’ speciale: è la trascrizione (parziale) di quello che ci siamo dette su una delle finali più divertenti che abbiamo visto ultimamente (Elena dice che le finali in generale sono spesso brutte e che quasi quasi una finale non è tale se non è brutta da vedersi).
Ci ho messo anche una sigla, che non è la nostra solita sigla, ma tanto tutto in questa puntata di Goleadora è diverso. A parte noi. Noi siamo sempre le stesse. Ci ritroviamo di mattina presto, di notte tardi, a volte persino durante un viaggio in metro sulla Rossa di Milano e parliamo di un argomento che come pochi altri ci fa esaltare, disperare, scambiare messaggi su whatsapp in maniera convulsa. Eccola qui la nostra finale - sarebbe stato un peccato se fosse andata persa. Ci siamo preparate per due anni per vedere l’estasi di Mapi Leon che si avvicina alla coppa prima di sollevarla e l’accarezza con il viso e gli occhi chiusi, come se quell’oggetto di metallo del peso di dieci chili fosse il musetto di un cane tenero.
Elena
Ti sei divertita con questa finale?
Giorgia
Molto. È stata una finale spettacolare e ti ho pensata molto perché tu sei quella che dice che le finali sono sempre molto brutte. Anzi, se non sono brutte non sono finali. Secondo me questa è stata l'eccezione che ha confermato la regola.
Elena
È stata una bellissima partita giocata in un caldo pomeriggio di Eindhoven. Però con uno stadio pieno ed era prima volta che nei Paesi Bassi veniva ospitata una finale di questa importanza. E poi la cerimonia inaugurale é stata senza bracieri, diversamente da Torino. Questa volta hanno solo volteggiato pezzi di stoffa colorati. Pare che ogni colore rappresentasse qualcosa per Eindhoven, che é la città della luce e della tecnologia. E però la bella notizia è che non hanno abbrustolito nessuno.
Giorgia
Comunque sì, lo stadio come al solito sold out. Uno stadio non grandissimo, diciamocelo, ma comunque la capienza era di circa 33.000 posti. Forse hanno imparato qualcosa dalla scorsa finale all’Allianz (capienza 41.000) che non era stato soldout, anzi… E va beh comunque intanto direi che possiamo lanciare la sigla e poi io ripartirei dalla finale dell'anno scorso e la collegherei con questa.
Sigla
Giorgia
Non so come la vedi tu ma secondo me c’è una specie di collegamento con la finale dell’anno scorso, un filo rosso. Già a Torino contro il Lione, il Barcellona aveva preso un goal nei primi minuti di gioco. Ed é interessante perché in genere é proprio una caratteristica del gioco delle blaugrana quello di segnare subito, nei primi minuti di gioco. Ammazzare la partita. Però questa è la seconda finale di Champions consecutiva in cui prende goal nei primi 10 minuti, così come se scendesse in campo un pochino impreparata. Ewa Pajor ha segnato al terzo minuto un gol bellissimo e poi Popp ha raddoppiato di testa al trentasettesimo. Mi sembra interessante come questa squadra proprio nelle ultime due finali di Champions per alcuni tratti di gioco si dimentichi di essere se stessa.
Elena
Si dimentica di essere se stessa perché c'è un po’ l’ansia della finale. Non é che il Barcellona abbia vinto tutte queste finali. E poi l'anno scorso sono arrivate impreparate, hanno fatto una partita bruttissima. A Torino erano uscite male e alla fine hanno perso male. Quando perdi male secondo me un pochino ti rimane di più quella sconfitta. In quella occasione il Lione aveva approfittato dell’entusiasmo, a maggio le francesi stavano cavalcando una fase molto positiva della stagione e sembrava che il Wolfsburg quest’anno stesse facendo la stessa cosa. Anche se non si può tralasciare che in occasione del goal di Pajor, Bronze ha fatto un errore madornale. Anche se poi é vero, il gol è stato bellissimo. Però Bronze ha fatto una cosa che penso era dall'oratorio che non faceva un errore del genere, quindi se lo fa in una finale di Champions League nei primi minuti di partita vuol dire che manca qualcosina. No? C'è un po’ di disattenzione, un po’ di nervosismo, un po’ di tensione.
Giorgia
E sì, sicuramente il Barcellona è entrato davvero in partita solo nel secondo tempo. Ma in generale, riguardando i dati, chiaramente tutte le percentuali delle spagnole sono state incredibilmente più alte: del possesso di palla, di passaggi finalizzati, di tiri in porta. Però almeno all’inizio il Wolfsburg è stato molto più concreto. Nel primo tempo ha fatto tre tiri in porta e di questi tre due sono entrati in rete. La mia sensazione é stata che il Wolfsburg che ho trovato in campo in questa finale è una squadra completamente diversa da come eravamo abituate a conoscerla.
Mi é sembrata una squadra dal gioco molto più elegante, meno basato sulla preponderanza fisica e più sulla tecnica. Incredibile dal mio punto di vista dato che per tutta la stagione le ho descritte come vere e proprie lottatrici di MMA. Poi sicuramente ha contribuito la scelta tattica di Tommy Stroot di spostare Ewa Pajor a sinistra per lasciare molto più spazio alle incursioni in area piccola di Alex Popp. Una scelta che nel primo tempo ha sicuramente ripagato. E poi una nota di colore: questo é il secondo anno che una giocatrice del Wolfsburg vince la classifica cannoniere della Champions League. L’anno scorso era stata Tabea Wassmuth (che per inciso quest’anno ha visto il campo solo con il cannocchiale) e quest’anno Ewa Pajor appunto, che ha concluso la stagione europea con nove reti.
Elena
Questa cosa del Wolfsburg che come dire, porta l'attenzione alle migliori marcatrici per due anni di fila, è frutto del fatto che il loro gioco per quanto sia migliorato tantissimo nelle sue funzioni di eleganza e di passaggio e pulizia del gioco, é comunque un gioco molto verticale. E anche in questa partita il Wolfsburg ha segnato esattamente quando doveva. Non ha sprecato niente. Tu hai detto giusto: 2 goal su 3 tiri in porta è una media altissima. Per cui facendo questo sostanzialmente è riuscita a tenere a bada il Barcellona. Ma soprattutto a minimizzare il gioco delle avversarie. La formazione blaugrana è in questo molto diversa dal Wolfsburg. Ha un gioco basato sulla concertazione, sull’armonia; elementi che non si sono visti nella prima metà di gioco. Il Wolfsburg è stata brava a non farle esprimere come sono solite fare.
Giorgia
Per tutto il primo tempo per esempio Aitana non si è vista quasi mai.
Elena
Vero. E poi Rölfo ha fatto un paio di cose interessanti ma era completamente da sola e davanti nessuna delle interpreti della verticalizzazione dell'azione del Barcellona, con Oshoala indisponibile, è riuscita a finalizzare. Il Barcellona secondo me ha sbagliato proprio nell'approccio alla partita. Rölfo poi é stata schiacciata molto dalla fisicità di Jonsdottir e quel duello sulla fascia é stato molto interessante. E tatticamente questa é stata anche la chiave del secondo tempo perché fisicamente la giocatrice islandese é stata schiacciata sulla fascia e si é sacrificata per la squadra finendo per fare più attività difensiva. Ma c’è da dire che a differenza della finale scorsa contro il Lione, magari il Barça ha fatto un brutto primo tempo, ma non è mai davvero scomparsa dalla partita.
Giorgia
Sono d'accordo e secondo me questa vittoria si basa sullo spirito con cui il Barcellona è rientrato dallo spogliatoio. Quei 2 minuti fra il 48esimo e il 50esimo in cui c'è stato prima il 2-1 di Patri e subito dopo il pareggio sono stati devastanti. In quei 2 minuti il Wolfsburg è stato letteralmente in un tritacarne. L'altra cosa è che ci saranno grandi e lunghe notti insonni per Lynn Wilms, la giocatrice del Wolfsburg che nel tentativo di spazzare la palla lontano dalla sua porta, l'ha praticamente lanciata sul volto della sua compagna di squadra e a quel punto la palla è finita in maniera rocambolesca fra i piedi di Rölfo che davanti alla porta non ha sbagliato. Il goal del sorpasso del Barcellona é in parte merito della voglia di vincere, però quel 3 a 2 io lo attribuirei più a un errore del Wolfsburg che non alla bravura del Barça.
Elena
Nel secondo tempo il Barcellona non ha lasciato molto spazio. Ha aumentato il ritmo, ha creato tanto, ha giocato bene. E in questo modo è diventato palese tutto ciò che il Barcellona non aveva fatto nel primo tempo, tutte le possibilità che aveva creato ma non concretizzato. Cioè il Wolfsburg a me sembra che avesse meno idee in generale. E anche dalla panchina, mentre tutti i cambi delle spagnole hanno effettivamente cambiato l’andamento della partita, lo stesso non si può dire per quelli del Wolfsburg. E poi si vedeva benissimo che il Barcellona aveva necessità di riscatto dopo la brutta sconfitta dello scorso anno contro il Lione.
Giorgia
Sì, di fatto il Barcellona è oggettivamente la squadra di club più forte e secondo me si è visto in campo ancora una volta. E poi sia tutte le giocatrici titolari del Barcellona che qualsiasi cambio che subentri sono di una qualità altissima. Ogni giocatrice porta con sé un'espressione di gioco veramente diversa, che può cambiare un pochino l'assetto di un reparto e quindi cambiare le sorti della squadra. Si è visto anche nel fatto che comunque questa stagione è stata molto importante e vincente anche se è stata giocata senza Alexia. E ovviamente è mancato il suo apporto in termini di classe e bellezza d’espressione, ma in termini di efficacia non mi pare che al Barça alla fine sia mancato davvero qualcosa. Quel che voglio dire é che il Barcellona non è stato meno Barcellona perché è mancata Alexia.
Senti, in conclusione vorrei chiederti se c’è un’immagine che secondo te sintetizza il mood di questa finale.
Elena
L'immagine della finale per me rimarrà il 39esimo minuto del primo tempo. Ad un certo punto la camera ha inquadrato Alexia, la sua faccia in panchina. A quel punto il Barca era sotto per 2-0 e lei se ne sta in panchina impotente. Arrabbiata e nervosa sull'orlo di una crisi di nervi, anzi quasi del pianto. Per me si stava esattamente interrogando su cosa fare.
Quel minuto là se vuoi lo prendo a simbolo per la ripartenza del Barcellona che ricomincia tutto dalla calciatrice più iconica della squadra che non ha giocato questa Champions League.
Giorgia
La mia invece è un'immagine che riguarda il Wolfsburg ed è un'istantanea del 5nto minuto e 15esimo secondo del recupero del secondo tempo. Alexandra Popp ha appena preso una facciata contro lo stinco di una giocatrice del Barcellona. Si alza da terra, si tiene con la mano destra il collo e ha la faccia paonazza, proprio tipo lo stinco dell'avversaria disegnato in faccia, e poi pochi secondi dopo si piega su se stessa, si tiene il collo dolorante.
E quella per me è un po l'immagine, come dire, che racchiude l'animo del Wolfsburg perché ha una squadra che ha fondato il suo gioco sul far subire alle sue avversarie questo tipo di scontro fisico importante.
Ed è interessante come nella finale in questo momento di frustrazione la giocatrice che più di tutte è sanguigna e la butta sullo scontro fisico a tutti i costi, si muova sul campo, quasi sconfitta, dolorante per uno scontro fisico che questa volta sta subendo lei.
Se vuoi recuperare la finale di Champions, puoi farlo a questo link. Noi te lo consigliamo, perché è stata una partita bellissima. Ci sono anche gli highlights, che puoi vedere invece a questo link qui.
Questa invece è una bella foto della cerimonia che ha seguito la vittoria e la trovi sul profilo insta del Barça
Le immagini presenti in questo numero sono state prese dal profilo ufficiale del Barcellona femminile, dal profilo di Mapi Leon oppure sono screenshot della partita estrapolati dal canale YouTube. Se vuoi sapere con precisione cosa sta dove, basta che rispondi a questa mail e io ti informerò su tutto.
Siamo ai saluti. Ciao ciao. Ma prima di lasciarti voglio condividere con te un’ultima immagine di Zanda che si prepara così agli Europei di pallacanestro femminile (e questa immagine la trovi sul profilo insta dell’Italbasket <3) che avranno luogo a Lubiana e Tel Aviv fra il 15 e il 25 giugno prossimo.
Insomma, ci siamo. Tirate fuori le canotte dai cassetti.
E ricorda: siamo tutt* Zarina!